Generale
La diabrotica del mais (Diabrotica virgifera virgifera) è un coleottero crisomelide originario del nord America, dove è considerato il principale fitofago del mais. Oggigiorno è presente in numerosi stati d’Europa, fra cui l’Italia dove è diffuso negli areali maidicoli del nord del paese. Il mais è l’unica coltura che consente sviluppi elevati delle popolazioni e di conseguenza può subire gravi danni. Gli adulti possono essere ritrovati anche su Poacee, Asteracee, Fabacee e Cucurbitacee.
Ciclo vitale e aspetto
In Europa Diabrotica compie una sola generazione all’anno. Il fitofago sverna come uovo nel terreno. Le schiuse iniziano a metà maggio e si protraggono fino a inizio luglio, con un picco di presenza di larve attorno alla metà di giugno. Le larve, di colore biancastro, si muovono nel terreno nutrendosi delle radici di mais. Il loro sviluppo dura un mese durante il quale si susseguono tre stadi larvali. La pupa è difficilmente rivenibile nel terreno, in quanto il suo sviluppo dura pochi giorni.
Gi adulti, lunghi 5-6 mm, sono di colore giallo scuro e presentano tre strisce nere sulle elitre. Questi sfarfallano per tutto il periodo estivo, con un picco tra fine giugno e metà luglio. Gli adulti possono accoppiarsi più volte durante la loro vita e le femmine depongono in media 400 uova. Si nutrono sia delle foglie che degli stimmi delle infiorescenze femminili del mais.
Sintomi di danno
I danni sono causati dall’azione trofica sia delle larve che degli adulti, anche se è la prima a provocare il danno più ingente.
Le larve si nutrono delle radichette e scavano gallerie nelle radici più grosse. Tale azione comporta una riduzione dell’apparato radicale che rende la pianta più soggetta ad allettamenti, ne reduce la capacità di assorbimento di acqua e nutrient e comporta perdite di granella nella fase di raccolta. Il sintomo più classico, a fronte di forti infestazione, è la presenza di piante a “collo d’oca”; piante allettate che tendon a risollevarsi formando una sorta di gomito.
Gli adulti, nutrondosi delle sete dei fiori femminili, possono provocare aborti fiorali e, in caso di forti infestazioni, ridurre il numero di fiori fecondati in maniera significative. Questa azione va ad interferire con la formazione della spiga e di conseguenza della granella. Nelle fasi di maturazione lattea e cerosa gli adulti possono inoltre nutrirsi delle cariossidi. Difficilmente questa azione porta a perdite importanti di produzione, tuttavia può favorire lo sviluppo di funghi tossigeni nella spiga e conseguente produzione di micotossine.